PER LE FESTE CENTENARIE DEL REGIO CONSERVaTORIO GIUSEPPE VERDI
MILANO 1908.
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SEI LETTERE INEDITE
DI
GIUSEPPE VERDI
OlOVfltilil BOTTESINI
Per cura di
TEODORO COSTANTINI
bibliotecario del Conservatorio Musicale di Trieste.
EDIZIONI
C. SCHMIDL & Co. - TRIESTE
TORINO, presso S. LATTES A Ca^
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MN 2 7 1969
HARVARD UNIVERSITY
PDA KUHN LOEB MUSIC LIBRARY
CAMBRIDGE 38. MASS.
TIP. MORTERRR & Co. - TRIESTE.
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11 15 Marzo 1891, sotto il prosaico titolo: ..Celebre contrabbasso da vendere",
leggevasi in un foglio milanese il seguente annunzio: mÈ in vendita al miglior offerente
il contrabbasso del fu comm. Giovanni Bottesini. Per trattative — ecc."
Dodici anni più tardi gli autografi delle lettere che qui appresso sono pubblicate —
ora custoditi nella biblioteca del Conservatorio musicale di Trieste — ultima preziosa
reliquia lasciata dal Paganini òef Contraddasso, servirono a garantire certo albergatore di
provincia dello scotto a lui dovuto da un nipote del famoso contrabbassista, allora in
giro nei paesetti del Veneto a sollazzare que' villici con una baracca di burattini.
Questo il triste epilogo della gloria di Giovanni Bottesini, il quale, amato e
ammirato dai più insigni musicisti del suo tempo, come Rossini e Verdi, onorato da
principi, decorato da sovrani, acclamato ovunque si presentasse in tutta Europa, in
America, in Africa, con la magia del suo archetto scivolante con destrezza e dolcezza
insuperate su le (t>rde del gigantesco {strumento, visse sempre modesto in mezzo a tanti
trionfi e mori, nel sessa ntottesimo anno di sua età, povero 1
Della sua amicizia con Giuseppe Verdi fanno fède queste lettere, nelle quali è
manifesto non solo l'affetto cordiale, ma anche la piena fiducia e l'alto concetto che
l'autore di Tliòa aveva del primo e invidiato interprete del suo capolavoro al Cairo, tanto
che Verdi insistentemente richiedeva il Bottesini delle sue impressioni su brani salienti
dell'opera e gli dichiarava di voler trarre profitto dalle sue osservazioni. E quando le
maligne dicerie di certuni tentarono di far credere a un rilassamento della corrispondenza
d'affettuosi sensi tra i due amici, la voce del cuore vibrò alta nel grande maestro, che
con sdegnosa smentita riaffermava la saldezza dei suoi sentimenti per Bottesini.
Nella loro semplicità le lettere riflettono tutta la semplice .vita del cantore di
Busseto e sono un novello documento dell'incessante, quasi ansiosa cura del Maestro
di arrivare diritto al cuore del pubblico, di conquistarlo senza l'appariscenza di ardui e
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complessi artifìri, di farsi subito comprendere con mezzi semplici e efficaci, dì giungere
In somma alla suprema mèta solo per virtù àeW effetto, non nel significato volgarmente
inteso della parola, ma in quanto esso effetto derivi dallo studio delle passioni umane e
dia all'opera dell'artista quell'impronta, onde i moti dell'animo dell' autore si identifichino
con quelli della moltitudine.
È a ritenersi per tanto che queste lettere aggiungano una pagina di non tenue
importanza all'epistolario verdiano, atteso con si vivo desiderio, e che la pubblicazione
delle stesse non sia inopportunamente intitolata al Conservatorio di musica di Milano,
nel giorno in cui si appresta a celebrare il suo centenario il maggiore istituto d'arte
d'Italia, che s'abbella del nome glorioso di Giuseppe Verdi ed ebbe discepolo Giovanni
Bottesinl, avviandolo fin dai primi passi nell'arte ch'egli tanto onorò.
Teodoro Costantini.
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Genova 7 Dicembre 1871.
Carissimo Bottesini
Ti sono ben grato d'aveimi dato notizie delle prime prove d'Aida;
e spero che me ne darai altre quando sarete in orchestra, e più mi darai
anche notizie esatte, sincere, vere dell'esito della prima sera.
Dimmi pure tutta la verità che, io son vecchio soldato, ed ho il
petto corazzato bene, e disposto anche a ricevere le palle.
Ho fatto un cambiamento nella stretta del Duetto delle due donne
nel secondo atto. L'ho mandato da due o tre giorni fa a Ricordi, che deve
già averlo spedito al Cairo. Appena arrivi, io ti prego caldamente di farlo
ripassare alle due artiste, e di farlo eseguire. La stretta che vi era mi è
parsa sempre un po' comune. Questa che ho rifatta non è tale e finisce
bene, se col ritornare al motivo della scena del l.o atto, la Pozzone lo
canterà marciando a stento verso la scena.
Addio mio caro Bottesini. Grazie di nuovo. La Peppina ti saluta,
ed io ti strìngo affettuosamente le mani.
G. iVerdi.
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Genova 10 Die 1871.
Caro Bottesini
T'ho scritto due giorni fa, e non t'ho pregato di cosa di cui mi
sta tanto a cuore.
Quello che non ho fatto allora lo faccio adesso.
Ti prego dunque caldamente a volermi dare notizie del Duetto
ultimo appena avrai /fatto due o tre prove d* orchestra. Non ti rincresca
scrivermi due parole appena l'avrai provata bene in orchestra, ed altre
due parole dopo la prima recita, che mi dicano l'effetto sincero di questo
pezzo. Tu, leggendo lo spartito, capirai ch'io ho messo tutta la cura in
questo Duetto, ma appartenendo esso al genere (dirò vaporoso) potrebbe
darsi che l'effetto non corrispondesse a' miei desiderj. Dimmi dunque
schiettamente tutta la verità, che questa verità potrà essermi utile. Parlami
solo del 3/4 in re (il canto d' Rida) e dell' altro canto a due in sof 0.
Dimmi, del canto e dell' istfomentale sempre dal lato ejU^eito.
Aspetto dunque queste due tue lettere; una dopo alcune prove
d'orchestra l'altra dopo la prima recita, lo te ne sarò gratissimo.
Salutandoti a nome anche della Peppina mi dico
tuo aff.
G. Verdi.
Dirigi
Maestro Verdi
Genova.
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Genova 27 Die 1871.
Caro Bottesini
Non ti so dire quanto io ti sia grato del gentile pensiero d'avermi
inviato un telegramma dopo la prima recita. È un'obbligazione che ho
di più con te, oltre alle tante e tante altre per le affettuose cure da te
prodigate a questa povera Aida. Ed oltre la premura so del talento da
te dimostrato nel dirigerne le prove e l'esecuzione, cosa di cui io non
dubitavo punto. Grazie dunque, mio caro Bottesini, di tutto quello che hai
fatto per me in questa circostanza, e ti prego di porgere i miei più sen-
titi ringraziamenti a tutti quelli che hanno preso parte all'esecuzione di
quest' opera.
Aspetto sempre risposta all' ultima mia. M' interessava e m' inte-
ressa ancora avere notizie esatte, particolari dell' effetto dell' ultimo pezzo.
Bada bene che io non ti parlo del valore, ma unicamente ò^V
Y effetto. Se non m'hai già scritto, scrivimi lungamente su questo, e dimmi
pure tutta tutta la verità.
Desidero sapere quali sono gli effetti d'orchestra, quali del canto,
e soprattutto l'effetto complessivo, ossia quale impressione produce.
Aspetto con ansietà questa tua lettera.
Rinnovandoti i miei ringraziamenti, e coi saluti della Peppina, mi
dico
tuo aff.
G. Verdi.
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Milano 13 Gen: 1872.
Caro Bottesini
Prima di tutto ti ringrazio dello zelo grandissimo da te dimostrato
per l'esecuzione d'Aida, e mi rallegro teco del talento nelF interpretare
la medesima. Poi ti dirò che ti sono obbligatìssimo per le osservazioni
delle tue ultime lettere, delle quali ne trarrò profitto. - !^men dunque su
questo. Ti ringrazio di nuovo e desidero continui il successo.
lo ho qui incominciate le prove, ma il òiavofo ci (fa messo fé corna,
facendomi ammalare Capponi. Bisogna accontentarsi di Fancelli, e non vi
è rimedio.
Abbiamo qui in quest'anno buoni elementi d'orchestra e cori
di questi circa 720 e pò professori d' orchestra. Si sente una sonorità grossa
rotonda senza urii di tromboni.
Non avremo certo la ricchezza di mise in scène del Cairo ma sarà
conveniente, ed in fine se il Diavolo, ripeto, non continua a metterci le
corna, qualche cosa si potrà ottenere.
Ho fatto in questi giorni una sinfonia per Aida. Se produrrà
qualche effetto fammi il piacere di dire a Draneth Bey che mi farò un
dovere di mandargliela subito onde sia unita allo spartito del Cairo.
Quando hai mezz'ora di tempo dammi notizie tue e del teatro.
La Peppina ti saluta tanto, ed io ti stringo le mani e mi dico
aff.
G. Verdi.
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CAMBRIDGE 38. MASS.
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Genova 2 Marzo 1872.
Caro Bottesini
Sento col più vivo dispiacere quanto ti sia accaduto al Cairo in
cau^ della Sassi - Non conosco i dettagli ma io sono certo che il torto
non sarà dalla parte tua. Peccato che un uomo del tuo valore lasci quel
posto ove tu avresti potuto essere tanto utile. Ma dal momento, che tu
non te ne sei andato subito, perchè non ti ^ei fermato anche V anno
venturo? Forse la Sass vi torna ancora? lo credevo di no, perchè quando
mi trovavo a Milano so che furono fatte proposte ad altra per sostituirla.
Ma ora non ne so più nulla, e può darsi sia stata riconfermata.
In ogni modo mi spiace che tu lasci quel paese, e per quanto il
tuo magico t^ioron ti possa sempre dare molte risorse viene un momento
che stanca il continuo girovagare.
Per te e per Parte sarei lietissimo di sentire che hai accomodata
questa faccenda. Dimmene qualche cosa, e dimmi anche quali artisti sono
riconfermati per 1* anno prossimo. Dimmi se THebìni è riconfermato e se,
noi fosse, sarebbe disposto a venire a Napoli per fare D. Carlos, Tliòa e
forse HoOerto if Diaifofo.
La Peppina ti saluta tanto tanto, ed io ti strìngo affettuosamente
la mano e mi dico
raff.
G. Verdi.
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Genova 4 Marzo 1883.
Sono stato per diversi giorni in campagna occupatissimo; e per
questo non potei rispondere subito alla tua del 24 Feb.
Hanno molto torto quelli che si permettono di servirsi del mio
nome per farmi dire sul conto tuo quello che non ho mai detto, né
potevo dire. Tu sai, e tutti sanno quanta stima io abbia del tuo talento
e come compositore e come concertista. Questa verità a tutti nota, avrebbe
dovuto mettere un freno alle lingue troppo pronte a mentire.
In quanto a scrivere al ministro Baccelli, io non potrei appagare
il tuo desiderio soprattutto in questo momento, lo ho ripetutamente rifiu-
tato di far parte di una commissione musicale da Lui proposta, e credo
che una mia lettera arriverebbe in mal punto.
T auguro tutto il bene che meriti, e salutandoti anche a nome
dì mia moglie mi dico con stima ed amicizia
Tuo
G. Verdi.